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“Stuzzicadenti” è il nomignolo affibbiato a Bobo – magro e filiforme come uno stuzzicadenti, appunto – dai suoi compagni di scuola. È la prima di una serie di piccole angherie e crudeltà, che porteranno il ragazzino ad isolarsi sempre di più e a non riuscire più a vedere una via d’uscita ai suoi problemi. Deprivato affettivamente anche in famiglia, Bobo finisce per meditare il suicidio. Viene salvato da Sugar, un immigrato africano che ha trovato nel pugilato la via per riscattarsi dalla sua storia di povertà e di sofferenza.