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Cosa succede quando un poeta incontra la crudeltà del ghiaccio, l'innocenza della neve? Può diventare vecchissimo e anche bambino, compiere mille anni e anche dieci, e può poi scrivere poesie come queste. Poesie di cieli bianchi, di laghi gelati, di tormente e di lune, poesie di lupi e di pettirossi, di corvi e di civette, di abeti e di agrifogli e di spine, cosi «la neve bianca la neve esangue / diventa rossa come un sangue».
Versi dicembrini, invernali, paesaggi alla Bruegel, poesie di freddo e di fame, di ninne-nanne e di sonni, e sopra tutto questo, sopra tutto questo, l'immenso candido manto della neve. «Ha occhi di ghiaccio / e di ghiacco le inani / ha un cuore freddo / freddo gelato / hi neve è un bambino / che non si è mai svegliato». Poesie per scolari in cerca di rime e cantabilità, ma anche poesie per lettori dall'infanzia remota, seppure perennemente in corso. Poesie per freddolosi, per colpa dell'inverno o del cuore, cuori cagionevoli, che hanno il vizio di gelare. Poesie per innamorati svaniti per sempre come neve, e per sempre sul punto di tornare. «... torna ti prego/ ti aspetto in cucina / vicino al cuore / e alla sua spina».